Intervista a Ugo Carsana di Captains and Crew

Come nasce l’esperienza di Captains and Crew?

L’iniziativa è nata due anni fa da una semplice osservazione che abbiamo fatto. Il mercato della nautica e dei charter in particolare esigeva sempre più comandanti preparati e qualificati. All’estero già lo avevano capito da tempo. L’Italia non pecca in marineria. E allora perché non approfittare della nostra lunga esperienza mettendosi a disposizione dei capitani del domani?

Quali sono i punti cardine dei vostri corsi?

Abbiamo preso le mosse da un concetto basilare: il cliente pretende, giustamente, un servizio elevato. Per soddisfarlo, è necessario fare autocritica e, conseguentemente, migliorare colmando le lacune. Così abbiamo individuato delle competenze per noi importanti ma che, poiché a volte sembrano essere di poco conto, sono sottovalutate spesso dalla maggior parte dei competitor. L’ospite che viene a bordo non è in grado di valutare se la randa è cazzata nel modo giusto, ma è certamente in grado di valutare se la barca è sporca, se lo skipper beve alcol e ne abusa, se sa cucinare un buon piatto di pasta occasionalmente. Tra queste rientrano anche le capacità di gestire le emergenze e di trasmettere un senso di sicurezza agli ospiti. Velocità e conduzione dell’imbarcazione non rientrano fra le nostre priorità.

A oggi quali sono stati i riscontri?

Certamente positivi. L’anno scorso, per esempio, abbiamo ingaggiato cinque persone che hanno lavorato per importanti società di charter. Eccellente è il voto dato a loro dai clienti. Tant’è che sono state le stesse società a spingerci  per incrementare ii numero dei corsi C&C. Se da una  parte non manca ii lavoro, dalf altra si è acuita l’esigenza di assumere gente qualificata. Spesso si diviene skipper senza le necessarie competenze e questo mette a rischio la sicurezza degli ospiti e l’integrità dell’imbarcazione. L’affondamento non è da noi contemplato nel range delle possibilità.

Come fate a mantenere prezzi così bassi?

C&C nasce come progetto senza fini di lucro. Viste le finalità che si propone, tutti gli istruttori hanno deciso di mettere a disposizione le rispettive professionalità gratuitamente. L’idea di fondo non e di guadagnare soldi dai corsi, ma di crescere tutti insierne offrendo al mercato un servizio qualitativamente più elevato.

Dunque si tratta di una sorta di Yachtmaster italiano?

Anche se in Italia non è riconosciuto, trattandosi di un titolo inglese. a esso ci siamo ispirati per quanto riguarda i concetti di fondo. Abbiamo applicato la didattica d’oltremanica ai nostri corsi e abbiamo attinto all’ STCW Ba·sic Courses.

Quali sono i temi che affrontate?

Avvalendoci di figure esterne e qualificate, gli allievi imparano a scendere sott’acqua e a disincagliare un’ancora, a cucinare un piatto di pasta, a verificare le proprie reali competenze imparando a conoscere i propri limiti, a portare la barca da soli e a ormeggiare senza aiuto. Apprendono anche come comunicare a bordo e via radio, a pianificare una crociera valutandone rischi e pericoli. Hanno un’infarinatura di psicologia. lnsomma, una prepa­razione a 360 gradi.

Teoria e pratica dunque vanno a braccetto nei vostri corsi. Anche nel caso di abbandono nave?

Certamente. Abbiamo simulato le procedure di abbandono nave, abbiamo aperto la zattera in mare e abbiamo esaminato nel dettaglio quali sono le dotazioni a bordo. Ovviamente, trattandosi di navigazioni costiere, la per­manenza su una zattera è di pochi giomi se non ore.

LA CONCLUSIONE DEI CORSI

Dopo due settimane intense trascorse fra lezioni, navigazioni e prove pratiche, i capibarca selezionano i velisti che hanno brillato di più, mostrando una vera attitudine alla professione. Come sottolineato più volte dai responsabili, il loro non è un vero e proprio corso di formazione quanto piuttosto una selezione, un investimento in risorse umane da ingaggiare. Ai migliori, dunque, è offerta la possibilità di un primo imbarco. Spesso si tratta di un trasferimento da Les Sables-d’Olonne, in Francia, fino alla sarda Portisco dove C&C hanno una delle due basi (l’altra è a Cala dei Sardi). Un ottimo banco di prova perché, lungo la rotta di 2.000 miglia, si devono attraversare il Golfo di Biscaglia e il Golfo del Leone, rinomate per le durissime condizioni meteo a cui si va incontro. Superata anche questa prova, si è pronti a tutti gli effetti per entrare nel mercato del lavoro. Le commesse non mancano e già in passato i comandanti di C&C hanno lavorato alacremente. “Il feedback dei clienti? Assolutamente positivo sotto tutte le voci”, gongola Ugo. Anche per questo non mancano incarichi da Paesi diffidenti come Inghilterra e Francia.

FOTO

LE NUOVE DATE

Dal 9 al 23 aprile 2016 prenderà il via il nuovo appuntamento formativo di C&C. Il teatro sarà sempre lo stesso, ovvero quel tratto di mare, tanto affascinante quanto impegnativo perché pieno di ostacoli e battuto dal Maestrale, che si trova fra Portisco, Cala de’ Sardi e l’isola de La Maddalena. Anche per la quarta edizione i corsisti potranno contare sull’esperienza di esperti comandanti,Dal Direttore di corso di formazione di rianimazione cardiopolmonare per il “primo soccorso”, al Counselor per il corso “gestione delle relazioni e dei conflitti a bordo”, all’istruttore di apnea con didattica ANS, business manager di importanti società di charter. Saranno affrontati tutti gli aspetti fondamentali della navigazione, della manutenzione e della riparazione della barca. Senza dimenticarsi di un altro aspetto importante, soprattutto per i futuri ospiti: la cucina. Costo della partecipazione: 415 euro a settimana. I migliori allievi del corso inoltre avranno la possibilità di essere imbarcati: una navigazione oceanica di 25 giorni in flottiglia tra La Rochelle e l’Italia.

Per info: www.corsiperskipper.com

Intervista tratta dall’articolo di Federico Maselli pubblicato su www.sailrepublic.com – Foto credit MASELLI/SAIL REPUBLIC